Mentre il sindaco viaggia gli uomini messi da lui nei posti di comando delle municipalizzate se la danno a gambe elevate. Apprendiamo delle dimissioni dell’Amministratore delegato e del Direttore generale di Atac che non fanno altro che aumentare il grande caos in azienda generato dalla gestione Marino. Esposito cade dal pero sulle dimissioni di Micheli, ma la questione era più che risaputa e si è consumata, come anche la stampa ha spiegato bene in questi giorni, sulla vicenda legata al tipo di leasing attraverso il quale acquisire i nuovi mezzi. Micheli pare abbia rifiutato la buona uscita, ma ci sembra incredibile che per solo qualche mese di lavoro l’azienda debba sborsare soldi frutto di accordi scellerati stabiliti dal sindaco e dalla sua giunta. Questa amministrazione indecente ha portato al collasso l’azienda – tra i tanti scempi ricordiamo l’assunzione senza concorso del capo del personale De Paoli assunto a 230 mila euro l’anno – giocando sulle pelle dei dipendenti una partita al massimo ribasso, per poi tentare la via della ricapitalizzazione magari per regalare un bottino più appetibile a qualche privato.
Con un management decapitato e un assessore alla Mobilità del tutto impreparato a gestire il delicato comparto dei trasporti è evidente che la delibera sulla ricapitalizzazione prevista per domani, dopo quella di luglio scorso costata ai romani ben 178 milioni di euro, peserà come un macigno. Altri 100 milioni che, senza alcuna programmazione aziendale, rappresentano un salto nel vuoto visto che il raggiungimento del pareggio bilancio non è comunque garantito. Questa azienda è stata ridotta a brandelli grazie all’ennesima prova d’incapacità del sindaco Marino.