Governatore fantasma, collaboratori Pinocchi. L’assenteismo record del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, finisce in Procura. Chi l’ha visto?, chiedono da anni i consiglieri di Fratelli d’Italia puntando il dito contro la latitanza dell’ex segretario del Pd desaparecido.
Zingaretti diserta spesso i Consigli regionali. Ma risulta assente giustificato per “attività istituzionale” mentre è impegnato in comizi di partito e comparsate televisive. La denuncia, partita da un esposto del capogruppo di Fratelli d’Italia Fabrizio Ghera, è arrivata sul tavolo della Procura di Roma. Che, stando a quanto ricostruisce la Verità, avrebbe aperto un’indagine nei confronti di un collaboratore di Zingaretti. Con l’accusa di falso. Il vicecapo di gabinetto avrebbe firmato giustificazioni false per le assenze del governatore. Con il trucchetto degli impegni istituzionali, risulta presente. E, quel che è peggio, viene conteggiato per il numero legale per salvare la maggioranza sfilacciata. In missione per la Regione? No. Il governatore è stato pizzicato in ben altre faccende affaccendato. Per Zingaretti la Regione Lazio è un hobby.
A denunciare il ‘vizietto’ una lettera di Ghera, firmata anche dagli altri consiglieri di FdI e della Lega. Datata 8 agosto 2019. Nella quale si chiedevano lumi. Al presidente e al segretario generale del Consiglio regionale sull’assenza di Zingaretti nella seduta notturna dell’8 agosto. “Con la presente – si legge – si chiede di poter ricevere copia del giustificativo del presidente Zingaretti. Inviato dallo staff del presidente, per l’assenza in Aula del giorno 8 agosto”.
Qualcosa non torna, dicono i consiglieri di opposizione. Che hanno verificato tramite i social la presenza di Zingaretti alle 22 circa in trasmissioni televisive. E manifestazioni pubbliche del Pd. “Quindi – scrivono – si evidenzia la non opportunità di conteggiare il presidente ai fini del numero legale. Non essendo considerabili impegni istituzionali collegabili al mandato di presidente della Regione Lazio quelli di segretario del Pd”. Touché. Il fratello di Montalbano in quel periodo era molto impegnato. In bilico tra lo scandalo di Bibbiano e la crisi del governo gialloverde. Aperta da Salvini proprio l8 agosto. Così è volta a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, al Festival del Pd della Val d’Elsa. Al servizio della “causa”. Per rassicurare i militanti dispensando sorrisi. Nulla di grave se non fosse che il governatore, giustificato come in ‘missione’ risultò decisivo per garantire il numero legale in Aula.
Zingaretti si conferma ‘presidente fantasma’, incalza il capogruppo di Fratelli d’Italia. Chi l’ha visto? “È accaduto spesso che, in giro per l’Italia a fare il segretario del Pd, è stato conteggiato nel numero legale della seduta. Roba da fantascienza”. Dal 2013 nessun presidente di Regione ha mai utilizzato le assenze per motivi istituzionali in una maniera così impressionante. Nel 2019 su 41 sedute si è affacciato in aula solo 4 volte.
Così Fratelli d’Italia ha chiesto il resoconto delle ‘missioni istituzionali” tra luglio e ottobre 2019. Non hanno trovato un granché. Soltanto note con cui il gabinetto del presidente comunicava l’assenza per motivi istituzionali del presidente senza specificarne il motivo. Si legge solo “G”, giustificato. Per lo più sono firmate da uno dei due vicecapi di gabinetto. Che, appunto, sarebbe indagato.
Gli investigatori – riporta la Verità – avrebbero accertato che diverse di quelle «G» sarebbero state apposte in occasioni di campagne elettorali e altri impegni di partito. Così i finanzieri hanno bussato in Regione per chiedere i fogli delle presenze. E la documentazione a supporto delle giustificazioni. E nei cassetti hanno trovato anche la denuncia scritta di FdI. Nel mirino dei magistrati i collaboratori del governatore. Per capire se le coperture sono un’iniziativa autonoma dello staff o se l’ex segretario del Pd era informato.