Sulla vicenda di Eur Spa per un attimo abbiamo sperato che il sindaco stesse lavorando a una delibera di giunta correttiva rispetto alla fuoriuscita di Roma Capitale dall’Ente, un’aspettativa da parte di Fdi-An tutt’altro che inconsistente, legittimamente concreta, visto che la legge nazionale istitutiva della società Eur del 1999 prevede la presenza al 90% del Mef e al 10% del Comune.
Quanto previsto invece dal maxi-emendamento alla delibera sulla liquidazione delle partecipate, approvato questa mattina dalla Giunta capitolina, non fa altro che pasticciare e non chiarisce il futuro di Eur Spa né quello dei suoi dipendenti. Si tratta di un atto nebuloso, che da una parte vuole Roma Capitale fuori dalla società Eur Spa cedendo il suo 10%, ma a condizione che le opere previste siano realizzate. Barattare quel mostro della Nuvola con l’immenso patrimonio pubblico razionalista – palazzi storici dell’Eur, compresi i lavoratori che ne fanno panno parte e per i quali chiediamo le dovute garanzie occupazionali – è incongruente e semplicemente vergognoso.
Di fatto, viene confermata la volontà del Comune di uscire dall’Ente. Marino quindi faccia chiarezza. Come Fdi-An riteniamo che Roma Capitale non possa uscire o recedere da Eur Spa né gli sia conveniente farlo, visto che si tratta di una mosca bianca, una delle poche società pubbliche in Italia a produrre dividendi. Il sindaco chieda al Mef di mantenere gli impegni intrapresi all’origine del mega progetto di Fuksas e di lasciare che l’Eur Spa continui a garantire alla Capitale la manutenzione, la valorizzazione, la promozione dei suoi edifici di pregio e dei suoi straordinari parchi. L’unica soluzione, indicata da tutti i partiti presenti in Parlamento e invocata da Italia Nostra è la ricapitalizzazione.