Fatto salvo che come Fdi non siamo contrari a prescindere sugli accorpamenti delle aziende comunali o ad una possibile razionalizzazione laddove vi è necessità, il piano di riorganizzazione delle Partecipate di Roma Capitale presentato dal sindaco e dell’assessore uscente ci sembra un documento fumoso e raffazzonato. Ci dicono quali società saranno tagliate e quali liquidate ma non sono chiari i criteri di ottimizzazione dell’operazione. I tagli agli sprechi, poi, sembrano una barzelletta visto che proprio i grillini nelle municipalizzate hanno addirittura ripristinato i consigli di amministrazione a tre con tanto di presidente e amministratore delegato a conferma della lottizzazione dei Cda da parte dei 5 Stelle. E il caso Simioni all’Atac, già imbucato nello staff dell’assessore alle Partecipate, che oggi occupa ben tre cariche come presidente, Amministratore delegato e Direttore generale a 240 mila euro l’anno, rappresenta l’ennesima conferma. Un piano sconclusionato, dunque, che non vorremmo lasciasse nell’incertezza i lavoratori, come accaduto ad esempio per la Multiservizi dove l’incapacità grillina ha prodotto una sciagurata gara a doppio oggetto che ora mette a rischio il personale dell’azienda. Da Raggi e Colomban un piano bluff, si tagliano le società comunali ma aumentano le poltrone ai 5 Stelle.