Un appalto triennale di 65 milioni di euro per rimettere in senso le strade capitoline è un piano all’acqua di rose, e fa davvero sorridere che il sindaco di Roma se ne vanti addirittura pubblicamente. Dopo la sciagurata gestione Marino che aveva ridotto al lumicino gli interventi sulla viabilità cancellando le gare pubbliche e preferendo gli affidamenti diretti per oltre 100 milioni di euro, i grillini sono riusciti a fare di peggio pubblicando un ‘bando bufala’ mascherato da proroga. E’ evidente che in questi mesi, oltre all’incuranza della precedente giunta, senza interventi le strade hanno continuato a deteriorarsi – come del resto evidenziati da tutti gli organi di stampa – arterie pericolose e piene di buche, incuria dovuta alla assenza di interventi. Non solo, 10 milioni di euro ai municipi è elemosina altro che ‘task force’, a conferma che sia sulla grande viabilità di competenza comunale che su quella municipale vi è una totale mancanza sia di investimenti che di progettazione.
Ricordo al sindaco smemorato, all’epoca non presente in Campidoglio e forse nemmeno grillina visto che per sua ammissione disse ad un noto quotidiano di aver votato a quei tempi Pd, che l’ultima gara pubblica per le strade è stata fatta dal sottoscritto dopo aver revocato lo sciagurato appaltone con il general contractor avviato nell’era Veltroni, facendo così risparmiare centinaia di milioni di euro al Comune di Roma. Oltre 700 milioni per 9 anni dove un unico soggetto che agiva come controllore e controllato deteneva il monopolio delle strade romane. Mentre Raggi votava a sinistra io posi fine a quell’anomalia dando esempio di buona amministrazione e creando un sistema virtuoso aperto a tutte le imprese, e laddove le ditte sbagliavano la posa in opera furono costrette a rifare i lavori a loro spese. Piano anti buche della Raggi è romanella, ci vuole un bel coraggio a chiamarlo ‘task force.