E’ offensivo nei confronti dei romani che la questione sui maxi stipendi 5 Stelle venga liquidata come un problema interno al direttorio, che oggi lancia l’ultimatum al sindaco, o come un mal di pancia degli attivisti del cosiddetto Movimento. Poco importa che le correnti grilline alzino i toni sul caso, la faccenda dei compensi e lo stipendificio in Campidoglio riguarda in realtà tutta la città, non è una questione privata di Raggi and Co. E’ ai cittadini e all’Assemblea Capitolina che il sindaco e la sua Giunta devono rendere conto e non solo a quei militanti pentastellati che stanno cominciando a capire che chi governa la Capitale la sta amministrando all’opposto di come solo pochi mesi fa sbandierava nelle piazze e sui blog.
Alla faccia della trasparenza e del ‘cambiamo tutto’ le nomine a go-go e i trattamenti economici stellari per gli sfaff di assessorati e segreterie rappresentano fin troppo bene l’idea che hanno i grillini della gestione della cosa pubblica. Le anomalie sul capo di Gabinetto e sul capo Segreteria, per le quali sono pronti gli esposti di Fdi alla Corte dei Conti per danno erariale e alla Procura per abuso d’ufficio, insieme alla marchetta con delega al Litorale e al mandatario della campagna elettorale della Raggi premiato con un lauto stipendio bastano e avanzano per far indignare tutta Roma.