Mentre Fratelli d’Italia presenterà un esposto all’Anac e alla Procura circa l’anomalia del tris di nomine di Simioni all’Atac, che oltre a fare l’Ad sarà anche presidente e Dg, torna tra i grillini l’ipotesi del concordato preventivo. Una prospettiva ignota, visto che se ne parla solo sottobanco e le notizie si apprendono dalla stampa, che non vorremmo rappresentasse per l’azienda un salto nel buio e per questo ribadiamo al sindaco di venire in Aula Giulio Cesare e chiarire quale sarà il futuro della municipalizzata. Le preoccupazioni dei lavoratori, se passasse la linea del concordato, riguarderebbero la possibilità di perdere la contrattazione di secondo livello insieme al rischio di ritrovarsi anche in cassa integrazione. Fa tremare i polsi il fatto che ad occuparsi del dissesto Atac sarà il noto cassiere di balera oggi neo assessore al Bilancio Lemmetti, come se gestire i conti capitolini equivalesse a una partita a Monopoli. Non solo, da quanto ci risulta, con il concordato i debiti dell’azienda dei rifiuti Aamps sono stati accollati ai livornesi con l’aumento della Tari. Quanto costerà ai dipendenti della società e ai contribuenti romani questa operazione? La Capitale non è Livorno e l’Atac non è la discoteca ‘Seven Apples’ di Focette.
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