Mentre la Capitale galleggia tra la ‘monnezza’ emerge chiaramente l’intento dei 5 Stelle sui rifiuti. Il sindaco fa spallucce, ma l’atteggiamento della sua giunta e le ‘linee guida’ del direttivo pentastellato portano dritti verso la riapertura della discarica più grande d’Europa. Un assist a Cerroni che già gongola, ma ricordiamo all’amministrazione che Malagrotta è stata peraltro bandita e condannata dalla Ue a non essere più utilizzata. Al momento su come portare Roma fuori dall’emergenza il sindaco e la sua giunta non hanno detto nulla.
Vogliamo sapere da questa amministrazione se esiste una pianificazione a medio lungo termine che delinei concretamente il futuro sul ciclo dei rifiuti e renda la Capitale autosufficiente per trasformare i rifiuti in risorsa. Gli impianti sono inadeguati, la raccolta differenziata ha fatto passi da lumaca ed è ferma al palo, la realizzazione degli ecodistretti e delle isole ecologiche per ora sono solo annunci spot, la raccolta degli ingombranti è sospesa e forse riprenderà dopo ottobre in attesa che venga espletata la gara. Raggi e Muraro vengano quindi in Aula a riferire su come intendono andare avanti. Alcune indiscrezioni giornalistiche danno Vignaroli, artefice dell’accordo sottobanco con il dominus di Malagrotta, vice presidente della commissione d’inchiesta sulle Ecomafie ed oggi anche esponente del direttorio romano del 5 Stelle, come probabile nuova figura ai vertici di Ama. Occupare l’azienda Ama e rimettere nelle mani di un monopolista privato i rifiuti della nostra città, se è davvero questo lo schema dei grillini allora siamo di fronte a un disegno criminoso. Dalle mani libere alle mani in pasta?