Una notizia che è una non notizia perché lo sapevano tutti da tempo. Stiamo parlando del fatto che Nicola Zingaretti, attuale presidente della Regione Lazio, ha già prenotato un collegio sicuro (non si sa se per la Camera o per il Senato). Fratelli d’Italia è andata subito all’attacco. Se sceglie il Parlamento, è bene che si dimetta perché il presidente del Lazio deve seguire dossier importanti. E’ un lavoro che necessita un impegno pieno. Già sono state troppe le assenze di Zingaretti. Ci sono emergenze, dalla sanità ai rifiuti, che non possono aspettare e già Zingaretti ha dimostrato di avere più a cuore gli interessi di partito rispetto a quelli dei cittadini che dovrebbe amministrare”.
Zingaretti ha lavorato più per il Pd che per il Lazio
“Zingaretti è stato un presidente assente, impegnato a lavorare a tempo pieno per il suo partito. Trascurando il mandato da Governatore. La sua maggioranza frutto di equilibrismi di potere, dopo essere nata zoppa ha governato poco e male e lui si è defilato per soddisfare ambizioni personali, che in queste ore stanno assumendo la concretezza di una candidatura al Parlamento. Zingaretti sia corretto, non sfrutti per l’ennesima volta la sua carica istituzionale come trampolino di lancio. L’incarico di Presidente del Lazio richiede molto più impegno e lavoro di quanto l’ex segretario dei Dem vi abbia mai dedicato e non è compatibile con le incombenze della campagna elettorale. Il Campo Largo è finito prima di nascere. L’alleanza Pd M5Stelle si è sgretolata di fronte alle responsabilità di Governo. Non si comprende in base a quale logica dovrebbe continuare a governare il Lazio, dopo che i Pentastellati hanno detto no all’inceneritore che il sindaco Pd di Roma vuole imporre a dispetto del Piano Rifiuti Regionale”.
Fonti della Regione: non c’è nessuna crisi in vista
Oggi Romatoday cita fonti della Regione che precisano che “non c’è una crisi politica, la maggioranza c’è e l’esperienza prosegue”. Inoltre viene escluso un possibile election day con le politiche perché se Nicola Zingaretti dovesse candidarsi alle politiche la norma gli consente comunque di ricoprire la carica di presidente di Regione perché non incompatibile con una candidatura.
Gli scenari da qui al voto
Gli scenari, in sostanza, sono due – spiega Romatoday – “Il primo prevede le dimissioni di Zingaretti una volta ufficializzata la candidatura in Parlamento. A quel punto dovranno trascorrere 90 giorni per le elezioni. Tre mesi che rendono impossibile la concomitanza con il voto regionale. Il secondo scenario, possibile a rigor di legge, è quello di dimissioni a elezione avvenuta, quindi a ottobre, con il voto 90 giorni dopo. I due scenari aprono una forbice di possibile voto, ricadente tra metà novembre (nel caso di primo scenario) e fine gennaio metà febbraio (in caso di secondo scenario)”.